domenica 7 giugno 2009

Viaggio in Polonia degli alunni e insegnanti dell’Istituto “Cutuli” di Crotone


Finalmente il nostro progetto “Mia scuola, miei luoghi circostanti e mia regione” con la scuola di Stary Nart si è potuto concretizzare al meglio. Infatti il 21 maggio 2009 una delegazione di alunni di Crotone composta da:Barretta Francesco, Cerando Fabrizio, Giuseppe Verde, Frisenda Ilaria, Maida Miriam, Galea Anthea, Pugliese Erika e le insegnanti: Antonella Noviello e Marisa Tallerico, sono partiti per Roma Fiumicino, ove hanno preso l’aereo per Cracovia. Qui siamo arrivati alle ore 23.45 e siamo stati accolti da due docenti che con le loro macchine ci hanno condotto a Stary Nart; nonostante l’ora tarda, le famiglie polacche ci attendevano con impazienza.

La mattina seguente ci siamo recati a scuola: l’accoglienza è stata fantastica da parte di tutti: Preside, docenti, alunni, famiglie e autorità civili e religiose. Dopo l’esecuzione degli inni
italiano e polacco è iniziata la cerimonia con il saluto del dirigente, il discorso della professoressa Antonella Noviello e quello degli alunni di Crotone, poi si sono mirabilmente esibiti gli alunni polacchi e c’è stato lo scambio dei doni, infine si è siglato il patto di gemellaggio apponendo le firme sulle pergamene appositamente preparate.
Gli alunni hanno assistito a delle lezioni nelle classi e si è consumato il pranzo tutti insieme nella mensa scolastica. Certo il loro cibo è un po’ diverso, ma i ragazzi italiani hanno gradito tutto.
Si è creata una meravigliosa Famiglia, ci siamo sentiti a nostro agio nelle bellissime ville dei docenti che ci ospitavano. Inizialmente i giovani italiani e polacchi si scambiavano occhiate furtive, ma poi si è creata una fantastica armonia. Siamo stati accolti anche in casa della professoressa Barbara Drelich-Scilanga, il cui marito Calogero è stato il nostro interprete per tutta la permanenza, e i genitori ci hanno offerto un ricco buffet. La sensibilità del popolo polacco è straordinaria, nonostante la diversità di lingue ci siamo intesi benissimo, certo alcuni alunni hanno studiato l’italiano e perciò ci capivamo, ma al momento opportuno ci veniva in aiuto anche il linguaggio dei segni e la lingua inglese.
Il mattino del 23 partenza in pullman per Lancut, insieme a 23 alunni, 3 insegnanti della scuola di Stary nart.
Il Castello di Łańcut è un palazzo nobiliare situato nella città di Łańcut, nella Polonia meridionale. Di origini seicentesche, questo ampio edificio ha ospitato le nobili famiglie Pilecki, Stadnicki, Lubomirski e Potocki. Oggi il castello ospita un grande museo.
Commissionato da Stanislao Lubomirski, che divenne proprietario della città nel 1629, all'architetto Maciej Trapola e allo stuccatore Giovanni Battista Falconi, l'edificio fu completato nel 1641 e dopo il 1775, allora proprietà di Izabela Lubomirska, fu ampliato e gli interni rimodellati. Risalgono a questo periodo la sala da ballo neoclassica e la grande sala da pranzo, oltre agli ampi giardini con padiglioni.
Nel XIX secolo la proprietà del palazzo passò alla famiglia Potocki. Dal 1889 al 1914 i penultimi proprietari, Roman e Elżbieta Potocki, fecero ristrutturare e rimaneggiare la residenza.
Interessante è stata anche la visita al museo delle vecchie carrozze.
Dopo il pranzo siamo stati condotti a Kolbuszowa per visitare il museo di Swierczowa.
Il Museo Etnologico è situato sul bordo della città di Kolbuszowa e contiene una raccolti di reperti che provengono dagli antichi Sandomierz Foresta situato nella forcella dei fiumi Vistola e San, e dal bacino fluviale del Wisłok che fu abitata da due gruppi etnografico - Lasowiak persone e Rzeszowiak persone.. Una sessantina di grandi e piccoli oggetti di architettura rurale, in legno sono situati nella zona di 29 ettari, parzialmente coperto da un bosco.. Oltre che dagli edifici, circondati da giardini, la raccolta comprende gli apparecchi, strumenti e attrezzi che utilizzavano le famiglie nel loro lavoro e vita quotidiana.. Tra gli edifici più interessanti sono: un gruppo di mulini a vento, il mulino ad acqua, la scuola e il paese locanda.. Il Museo è costantemente arricchito con nuovi oggetti e gli oggetti del folklore che accrescono il valore etnografico e turistico del Parco Etnographic.
E’ seguita una lezione naturalistica nel bosco e….non è mancato un grande falò con grigliate, canti, balli e tanti giochi.
E chi potrà mai dimenticare la travolgente e coinvolgente professoressa di musica Iwona? Ci ha accompagnati con la sua chitarra e ci ha fatto eseguire una danza polacca: questa è Unione Europea! Sentiamo ancora i brividi lungo la schiena al pensiero della meravigliosa fusione italo-polacca. Ma dove sono le diversità? . Le diverse tradizioni ed usi rappresentano il substrato storico che non può essere eliminato, va, anzi, valorizzato, in quanto in esso si rispecchia la nostra identificazione.
Il mondo è uno solo, è di tutti l’unico mare, viviamo sotto lo stesso cielo; ci riscalda e illumina lo stesso sole e anche quando esistano costumi e tradizioni diverse non c’è dubbio che siamo parte di una sola famiglia, di una stessa razza e di una patria superiore: l’umanità.
Anche la Curia locale ci accolto con affetto, durante la celebrazione della messa domenicale io sono stata invitata a leggere la seconda lettura e un sacerdote ci ha porto un saluto in lingua italiana. Le famiglie ci guardavano con simpatia, grate che degli italiani condividessero con loro la liturgia.
Nel pomeriggio abbiamo visitato la fabbrica di vimini di Rudnik e gli alunni hanno imparato l’arte di questa antica lavorazione. Le foto scattate dagli operatori si trovano al sito www.mokrudnik.pl
I giorni successivi sono stati dedicati alle visite di Auschwitz, delle miniere di sale di Wieliczka e della città di Cracovia. Con noi c’erano sempre il Preside, gli alunni e gli insegnanti polacchi.
E’ stato un magnifico gemellaggio. Grazie al progetto Etwinning i ragazzi hanno percepito al meglio il significato di Unione Europea, hanno scoperto radici comuni e hanno consolidato il concetto di amicizia e fratellanza.
Fra noi docenti è nata un’amicizia che durerà nel tempo: Alyna Kobylarz, Grazjna Pikov, Beata Kowalaska, il preside Zygmunt Kowalski e tutte gli altri di cui non ricordo i nomi, sono persone eccellenti e insieme a loro le rispettive famiglie che hanno collaborato per la riuscita del gemellaggio. A tutti va il nostro ringraziamento e il rinnovato invito di un incontro in Italia.
Ma non posso dimenticare il Sindaco Wójt Gminy Jeżowe Gabriel Lesiczka che ha sovvenzionato il progetto e che ci ha salutati nella sala consiliare.
Quindi anche con Etwinning si possono realizzare grandi cose, basta avere tenacia!
"L'Europa è una realtà difficile da concretizzare, per le troppe remore frapposte da ogni parte; ma non è una chimera; perché noi non vogliamo solo una buona Europa, ma anche e soprattutto dei buoni europei"
I primi gemellaggi sono iniziati negli anni ’50 e si sono sviluppati fino a diventare una componente essenziale delle relazioni pubbliche, al punto che è impossibile immaginare ora una comunità sociale senza gemellaggi.
Il gemellaggio ci ha consentito di avvicinarci ed approfondire la conoscenza ; le relazioni di amicizia instaurate tra noi sono fondate sull’obiettivo della Comunità Europea di eliminare le diffidenze reciproche ed i pregiudizi e rinsaldare il sentimento di coesione dei cittadini: gli incontri e le relazioni personali tra persone appartenenti a diversi ambienti culturali e sociali rappresentano il mezzo per raggiungere questo risultato.
Il gemellaggio dimostra che il "pensare all'europea" può diventare realmente una forma mentale che permette di guardare l'Europa da diversi punti di vista.
Il gemellaggio ci ha permesso di entrare in contatto con un popolo diversi e con realtà sociali e culturali diverse, ma abbiamo partecipato concretamente alla vita degli studenti del paese ; e ne abbiamo conosciuto lingua, interessi, abitudini, tradizioni, musiche, cibi, necessità e aspirazioni.
In tal modo, sia gli insegnanti che gli studenti hanno affrontato il tema dell'intercultura alla luce di un'esperienza reale, che ha significato interazione e comprensione, in un reciproco arricchimento umano e culturale.

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