domenica 7 giugno 2009

Saluto della professoressa Antonella Noviello


Carissimi,
sono particolarmente felice di essere qui con voi e desidero ringraziare il Preside, i professori, le famiglie e gli alunni, per la realizzazione di questo incontro.
Vi presento la mia collega la Prof.ssa Marisa Tallerico, insegnante di Scuola primaria, io sono Antonella Noviello insegnante di italiano, con la quale avete intrattenuto i rapporti nel corso del progetto Etwinning. E questi sono gli alunni: Francesco Barretta, Fabrizio Cerando, Ilaria Frisenda, Anthea Galea, Miriam Maida, Erika Pugliese e Giuseppe Verde che è stato vostro partner lo scorso anno ed ora frequenta la scuola superiore, ma non ha voluto mancare all’incontro e vi porta i saluti dei compagni rimasti a casa. Insieme abbiamo lavorato attivamente per la realizzazione del Progetto e collaborato per la riuscita di quest’atteso appuntamento, Porgo, inoltre, i saluti e gli auguri di una fruttuosa collaborazione da parte della nostra Dirigente Dott. Anna Maria Maltese che ha apprezzato molto tale iniziativa.
L’incontro che stiamo vivendo oggi con voi tutti, insegnanti e alunni delle rispettive scuole, non si propone solo fini evasivi e sentimentali, ma vuole essere, soprattutto, un momento significativo di valorizzazione della cultura.
sono due tipi di cultura che hanno sentito il bisogno di scambiarsi modi di pensare e di operare per stabilire rapporti ed agganci necessari per una sempre più valida collaborazione.
L’incontro acquista, così, una rilevanza didattica perché avvicina due tradizioni, formalmente diverse, però identiche perché parte di un unico contesto socio-culturale: l’Europa. Le diverse tradizioni ed usi rappresentano il substrato storico che non può essere eliminato, va, anzi, valorizzato, in quanto in esso si rispecchia la nostra identificazione.
Il mondo contemporaneo è pieno di disuguaglianze, viviamo in tempi in cui la grande maggioranza degli esseri umani ,manca delle risorse più elementari per vivere, e questa situazione richiede la reazione degli uomini degni della Terra per trasformarla.
Non è la guerra la strada da scegliere, deve essere la solidarietà tra i popoli, l’amore che ci rafforza mutuamente perchè fioriscano e si alimentino i sentimenti umani, la collaborazione che contribuisce ad alleviare gli effetti delle grandi differenze di oggi e permetta di affrontare le sfide che ci prepara il futuro. Il mondo è uno solo, è di tutti l’unico mare, viviamo sotto lo stesso cielo; ci riscalda e illumina lo stesso sole e anche quando esistano costumi e tradizioni diverse non c’è dubbio che siamo parte di una sola famiglia, di una stessa razza e di una patria superiore: l’umanità.
Noi abbiamo creato un’ amicizia sincera e sentita proprio perché pur appartenendo a nazionalità diverse molti sono gli aspetti che ci uniscono: la laboriosità degli alunni, la sincerità nei rapporti, la vivacità dell’associazionismo, la voglia di fare e l’amore per la propria terra che è tipico della nostra gente.
Il nostro gemellaggio deve essere visto come strumento di amicizia, di accoglienza, di confronto di varie culture; è un mezzo di scambio culturale con Paesi aventi usi e costumi diversi, per favorire una maggiore comprensione reciproca e quindi un accrescimento sociale delle comunità e degli individui. Aiuta a migliorare la conoscenza ed il rispetto reciproci, a promuovere la comprensione tra i popoli che lottano per la libertà, la pace e per il progresso dell’umanità, permette di mettere in comune esperienze diverse e di aprirsi a nuove realtà.
Il gemellaggio ha un valore simbolico come modalità di avvicinamento dei popoli all’Unione Europea ed è fondamentale per sensibilizzare nei cittadini il concetto di unità europea; è il mezzo per contribuire con progetti concreti ad edificare la pace.
Attraverso il legame del gemellaggio si acquisisce una maggiore consapevolezza dell’appartenenza europea, e viene favorito il contatto umano e il confronto, elementi determinanti nella costruzione dell’Europa delle Genti, dell’Europa dei Popoli.
Il gemellaggio è un passo per fornire la possibilità ai giovani, di rivolgersi verso altre realtà, diverse dalla propria, ampliando le proprie conoscenze e quelle della Comunità; e quindi i giovani, che sono il nostro futuro, assumono un ruolo fondamentale in questo progetto ed è nelle nuove generazioni che noi dobbiamo investire.
La strada è ormai consolidata e sicura, il cammino intrapreso è sempre andato nella direzione dell'approfondimento della conoscenza, dell'amicizia e della stima reciproca, del superamento delle barriere fra popoli di diverse nazioni, per il raggiungimento di una grande famiglia che accomuna le genti. Il legame che ci unisce è ormai ben saldo: è doveroso, in ogni caso, intensificarlo e rinvigorirlo sempre più.
Crotone è una bella cittadina ricca di calore umano, e culla di civiltà, di tradizioni e di storia, che ha origini dalla splendida Magna Grecia, volete conoscerla? Saremo lietissimi di ricambiare la vostra ospitalità.
Lo slancio affettivo con cui siamo stati accolti, ci fa chiaramente comprendere che le lingue differenti, le diverse tradizioni non sono un ostacolo alla comprensione reci-proca e che l’alunno di Crotone e quello di Polonia non sono in contrapposizione fra loro. Esiste solo l’alunno come tale, in quanto uomo.
L’uomo deve curare la cooperazione non edificando incantesimi di fratellanza che si sgretolano al primo risveglio, ma solidi rapporti di comprensione e di solidarietà. Già i nostri antenati della Magna Grecia compresero l’importanza dei contatti con altre genti per colloquiare alla pari con l’umanità raggiungibile di allora.
La scuola, luogo di formazione culturale e morale, unitamente a tutti gli aspetti comu-nitari, deve puntare su un insegnamento che, allontanando sempre di più le diffidenze e le differenze, causa di contrasti e di chiusure, miri alla formazione dell’uomo, costruttore di una storia incentrata sulla diffusione di un umanesimo in tutti gli aspetti dell’espressività umana.
Grazie per questi bellissimi giorni e per l’ accoglienza e vi salutiamo con gioia e simpatia
Antonella

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